- 1 Cos’è l’interfaccia di un hard disk esterno?
- 2 Le interfacce sono retro compatibili
- 3 Interfaccia USB ed evoluzioni
- 4 Altre interfacce degli hard disk esterni
- 5 Suggerimenti
L’interfaccia di un hard disk esterno è un fattore molto importante da tenere in considerazione quando se ne sceglie uno. Si può dire che sia fondamentale perché, a parte i casi di retro compatibilità, se l’interfaccia non c’è sul computer l’hard disk esterno non funzionerà. Cerchiamo di fare chiarezza su questa variabile, per capire cosa sia l’interfaccia di un hard disk esterno e come distinguerla.
Cos’è l’interfaccia di un hard disk esterno?
La prima cosa alla quale si pensa quando si sceglie un hard disk esterno è la capacità. La maggior parte degli utenti sono convinti che più un dispositivo di storage sia capiente meglio è. Questo è vero solamente in parte, perché la capacità di archiviazione di un hard disk esterno non serve a niente se questo è talmente lento da far rimpiangere la cara, vecchia e maneggevole chiavetta USB.
Attenzione, perché l’interfaccia è valida per tutti i dispositivi: pendrive, schede e chiavette varie incluse.
Interfaccia è un termine generico che indica il punto di contatto tra due device, sia in senso fisico che virtuale. Letteralmente ogni sistema espone la sua faccia all’altro ed ognuno è dotato di un proprio protocollo di comunicazione.
Interfacciare significa connettere oppure preparare due entità a comunicare in un punto condiviso. Questo punto è la faccia, formata da un dispositivo elettronico che invia e riceve il segnale. Il segnale viene veicolato tramite un protocollo di comunicazione.
Le due entità devono parlare la stessa lingua per capirsi. Il protocollo di comunicazione è l’insieme delle regole atte a fare sì che le due entità riescano a scambiarsi i dati. Su Internet, ad esempio, il protocollo di comunicazione più diffuso è HTTP, acronimo di Hypertext Transfer Protocol. Per motivi di sicurezza oggi nell’indirizzo delle pagine è spesso scritto HTTPS, dove la S finale sta per Secure.
Le interfacce sono retro compatibili
Per chiarire meglio il concetto di interfaccia, basti pensare alla nota USB. USB è l’acronimo di Universal Serial Bus, che significa bus seriale universale.
Bus è un termine inglese usato anche in italiano, acronimo di Binary Unit Systems, che tradotto letteralmente vuole dire sistema di unità binarie. A livello pratico è il canale fisico di comunicazione dell’interfaccia.
Quando si dice bus USB significa che due apparecchi informatici comunicano tramite interfaccia USB, rappresentata dai due noti connettori lineari mediante i quali vengono collegate la maggior parte delle periferiche e degli hard disk esterni.
L’interfaccia USB è molto conosciuta ma non è l’unica. Entrando nel dettaglio, la storia di USB inizia negli anni ’90 con la prima versione, USB 1.1. La grande popolarità che sta avendo USB ancora oggi è dovuta al fatto che sia retro compatibile.
Retro compatibile significa che un hard disk esterno con interfaccia USB 3.0 si può interfacciare anche con un computer USB 1.1.
Ma attenzione, perché se è vero che sarà riconosciuto correttamente la velocità sarà la più lenta delle due periferiche, ossia la più datata. In informatica interfacce e periferiche aumentano la loro velocità di anno in anno, per questo il mercato è mutevole: appena esce un prodotto il mese seguente viene già ribassato di prezzo perché ne è uscito un altro più performante.
Lo stesso vale per le interfacce: più sono datati gli hard disk esterni, meno costano.
Interfaccia USB ed evoluzioni
Dal momento che è la più conosciuta e usata al mondo, entriamo nel dettaglio dell’interfaccia USB. Cosa cambia da una versione all’altra? La velocità. Cerchiamo di capirlo meglio con una tabella esemplificativa.
Creazione | Nome | Velocità teorica | Velocità reale |
---|---|---|---|
1996 | USB 1.0 | 1,5 Mbps | 1 Mbps |
1998 | USB 1.1 | 12 Mbps | 7 Mbps |
2000 | USB 2.0 | 480 Mbps | 280 Mbps |
2008 | USB 3.0 | 4,8 Gbps | 3,2 Gbps |
2013 | USB 3.1 | 10 Gbps | 7,2 Gbps |
Nella tabella si possono vedere le varie interfacce USB con la data di uscita in commercio e la relativa velocità. Il tipo di connessione, ovvero gli spinotti fisici maschio e femmina che determinano il contatto sono rimasti gli stessi fino ad USB 3.0. La versione USB 3.1 ha determinato una piccola rivoluzione nel mondo dell’informatica, infatti è cambiata la connessione.
Lo spinotto USB 3.1 non è più lo stesso ma è diventato USB Type C. Questo problema si può, eventualmente, risolvere con un adattatore da interconnettere tra lo spinotto e la porta.
L’adattatore farà perdere un po’ di velocità ma renderà compatibili un hard disk esterno con cavo tradizionale USB, noto anche come USB Type A, ad un computer con una porta USB Type C. Attualmente lo standard più diffuso è USB 3.0, sebbene i nuovi notebook e computer desktop siano quasi sempre dotati di porta USB Type C.
Altre interfacce degli hard disk esterni
Non esistono solamente l’interfaccia USB Standard o Type A e USB Type C per far comunicare un hard disk esterno con un computer. La ricerca della massima velocità ha portato gli ingegneri e gli sviluppatori ad inventare nuove interfacce ancora più veloci.
Queste non sono diffuse quanto USB ma si trovano su parecchi computer ed in particolare cambiano da computer Windows a Apple. Lo standard di questi ultimi è Thunderbolt, che a sua volta si divide in tre sottocategorie con le relative velocità. Di seguito una tabella per capire la differenza di velocità tra USB e Thunderbolt.
Anno | Interfaccia | Velocità |
---|---|---|
1996 | USB 1.0 | 1 Mbps |
1998 | USB 1.1 | 7 Mbps |
2000 | USB 2.0 | 480 Mbps |
2008 | USB 3.0 | 4,8 Gbps |
2013 | USB 3.1 | 7,2 Gbps |
2011 | Thunderbolt 1 | 10 Gbps |
2013 | Thunderbolt 2 | 20 Gbps |
2015 | Thunderbolt 3 | 40 Gbps |
Abbiamo detto in precedenza che l’interfaccia USB è retro compatibile: un hard disk esterno viene riconosciuto correttamente ma trasferirà i dati alla velocità più lenta tra il computer e la periferica.
Quando cambiano le porte di comunicazione, per esempio tra USB 2.0 e USB 3.1, basta usare un adattatore e lo stesso accade con tutte le altre interfacce. Gli adattatori sono utilissimi ma, come abbiamo già spiegato, fanno perdere un po’ di velocità. Vediamo con un’altra tabella di chiarire il tipo di connettore per ogni interfaccia.
Anno | Interfaccia | Connessione | Velocità |
---|---|---|---|
1996 | USB 1.0 | USB Type A | 1,5 Mbps |
1998 | USB 1.1 | USB Type A | 12 Mbps |
2000 | USB 2.0 | USB Type A | 480 Mbps |
2008 | USB 3.0 | USB Type A | 5 Gbps |
2011 | Thunderbolt 1 | Mini DisplayPort | 10 Gbps |
2013 | Thunderbolt 2 | Mini DisplayPort | 20 Gbps |
2013 | USB 3.1 | USB Type C | 10 Gbps |
2015 | Thunderbolt 3 | USB Type C | 40 Gbps |
Da quanto si può vedere il connettore USB Type C viene usato sia per l’interfaccia USB 3.1 che per Thunderbolt 3, mentre per Thunderbolt 1 e 2 si usa Mini DisplayPort. Come sempre, anche in questo caso ci sono gli adattatori che da Mini DisplayPort trasformano il cavo in USB Type C, permettendo ad hard disk esterni e computer di comunicare.
Suggerimenti
Dopo tutte queste nozioni di teoria è venuto il momento di capire quale hard disk esterno scegliere in base all’interfaccia. La tentazione di optare per il più veloce ha delle conseguenze in termini di costo e compatibilità.
Le interfacce più moderne sono meno diffuse di quelle datate, pertanto se ci si trova un dispositivo ultramoderno non è detto che funzioni con la maggior parte dei computer.
Scegliendo USB 3.0 si va sul sicuro, dal momento che è la più diffusa in assoluto.
Anche i computer recenti hanno quasi sempre questo tipo di interfaccia in aggiunta a quelle più nuove. È chiaro che la tendenza di mercato è orientata verso le interfacce più moderne e quelle datate tenderanno ad essere sempre meno diffuse fino a scomparire.
Questo è accaduto anche in passato con le prime porte dei computer, che ormai sono del tutto scomparse. Anche in questo caso si usano gli adattatori e gli amanti del vintage e del collezionismo lo sanno bene.
Bisogna anche dire che nessuno ha interesse a far comunicare due periferiche in maniera molto lenta, a parte il caso appunto dei collezionisti. Quando si provano le emozioni di un trasferimento ultrarapido è ben difficile che si voglia tornare alla lentezza di quello precedente.
Un consiglio, soprattutto a chi usa hard disk esterni per lavoro, è quello di dotarsi di un buon numero di adattatori, in modo da far comunicare il proprio dispositivo anche con altri computer.