- 1 Storia dello standard USB
- 2 L’interfaccia determina la velocità
- 3 USB 3.1 nel dettaglio
- 4 Storage esterno USB
- 5 Quanto costano gli hard disk esterni USB
- 6 Collegamento multiplo di hard disk e periferiche
- 7 Classifica dei migliori hard disk esterni di Novembre 2024
- 8 Migliori hard disk esterni con USB di Novembre 2024
Lo standard oggi più diffuso per connettere gli hard disk esterni alle periferiche è USB 3.0, retro compatibile con USB 1.0 e USB 2.0. Sono ancora molti i computer dotati di interfaccia USB 2.0 e funzionano anche con gli hard disk esterni di ultima generazione, solamente che andranno alla velocità inferiore. Si sta facendo sempre più strada un’ulteriore evoluzione dello standard USB, la 3.1, anche questa compatibile con i precedenti ma con connettori diversi.
Storia dello standard USB
USB è l’acronimo di Universal Serial Bus ed è un tipo di interfaccia sviluppata diversi anni fa per creare un protocollo di comunicazione universale tra computer e periferiche. In precedenza si usavano porte seriali, parallele, PS/2 e altre, ma nel 1996 è stato presentato lo standard USB.
La prima versione di USB è stata la 1.0 ed aveva una velocità di trasferimento dati di circa 1 MB/s; nel 1998 è nata la USB 1.1 con una velocità reale di trasferimento di 7 MB/s. Ad aprile 2000 ha fatto la sua comparsa sul mercato la USB 2.0 con una velocità di ben 35 MB/s.
È stata una specie di rivoluzione, con una tecnologia talmente ben fatta che è durata fino al 2008, data dell’invenzione dello standard USB 3.0, che attualmente è il più diffuso ed ha una velocità di 400 MB/s, traducibile in 3,2 GB/s. A gennaio 2013 è stato presentato sul mercato USB 3.1, che ha una velocità reale di 7,2 GB secondo e per la prima volta è cambiato il tipo di connettore.
Essendo retro compatibile esistono degli adattatori che permettono di passare da un formato USB all’altro, in modo da usare un unico cavo per collegare tutti i tipi di hard disk esterni ad altrettanti dispositivi.
Il connettore USB di tipo A è quello più conosciuto e datato ma è molto comune anche il mini USB di tipo A e di tipo B. Lo standard USB 3.1 usa connettori di tipo USB C, completamente diversi ma adattabili alle varie porte con appositi riduttori.
L’interfaccia determina la velocità
Nello scegliere un hard disk portatile esterno è importante tenere in considerazione anche l’interfaccia di connessione e la velocità di trasferimento dei dati. Oggi in commercio si trovano hard disk esterni USB 3.0 che arrivano fino a 5 GB secondo, distinguibili dagli USB 2.0 perché hanno il connettore blu.
Un disco esterno USB 3.0 si può collegare a un notebook con porta USB 2.0, ma andrà a 480 MB/s, ossia la velocità standard della precedente interfaccia. Nei dispositivi di ultimissima generazione è implementata spesso anche l’interfaccia USB 3.1, che a sua volta è divisa in due tipi: la prima a velocità uguale alla 3.0 e la seconda arriva fino a 10 GB/s.
I connettori USB 3.1 non si possono inserire in porte USB A o USB B, ma solamente in porte USB C, che sono più piccole e funzionano con altri connettori esclusivamente tramite un adattatore, che però ridurrà notevolmente la velocità di trasmissione dei dati.
Anche le chiavette USB e gli SSD (unità di memoria a stato solido) di ultima invenzione hanno interfaccia 3.0 o 3.1 e, alla stessa maniera degli hard disk, sono retro compatibili.
USB 3.1 nel dettaglio
Dal momento che si tratta dell’interfaccia di ultima generazione e che il mercato è orientato in questa direzione, un discorso a parte merita lo standard USB 3.1. Tutti gli ultimi dispositivi sul mercato sono dotati di questo tipo di interfaccia che è un’evoluzione delle precedenti ed è a sua volta prodotta in due versioni: quella di prima generazione trasferisce dati fino a 5 GB/s teorici, quella di seconda generazione arriva 10 GB teorici ossia 1250 MB/s reali.
Non sempre USB 3.1 e USB di tipo C (Type C) sono collegati tra loro, 3.1 è la velocità di connessione che determina le prestazioni dell’hard disk portatile, mentre USB di tipo C è il tipo di connettore usato per collegare i due device.
Alcuni dispositivi USB 3.1 usano il classico connettore USB, conosciuto come anche come standard o di tipo A (Type A). Le porte USB Tipe C sono compatibili anche con hard disk esterni dotati di tecnologia Thunderbolt, uno standard ancora poco diffuso e presente esclusivamente sui computer Macintosh. Thunderbolt è arrivato alla terza generazione che arriva a velocità di trasferimento fino a 40 GB/s e utilizza USB Type C, mentre le due precedenti usano porte Thunderbolt.
Storage esterno USB
Oltre agli hard disk portatili da 2,5 pollici e 3,5 pollici, l’interfaccia USB è diffusa praticamente tutti i tipi di storage esterno da connettere al computer, dallo smartphone, al tablet, alla tv o alla consolle. Gli SSD si stanno ormai diffondendo a macchia d’olio e gli ultimi usciti sul mercato usano tecnologia USB 3.1 di seconda generazione. Sono oggetti estremamente costosi perché, a fronte di una estrema velocità, la più elevata che possa esistere attualmente, hanno dimensioni piccolissime, sono maneggevoli e indistruttibili.
Di contro gli SSD portatili non sono duraturi quanto gli hard disk esterni, anche perché sono più moderni e la tecnologia si deve ancora perfezionare.
I dispositivi di archiviazione per le consolle e le televisioni usano a volte anche la tecnologia USB 3.1 oltre alla classica HDMI, perché è l’unica in grado di trasferire segnali audio e video, a differenza di USB 2.0 e USB 3.0 che possono trasferire esclusivamente dati.
Vi sono dischi esterni universali, cioè che funzionano con sistemi operativi Windows, Linux e Macintosh e anche con consolle Xbox e PS4: basta inserire il cavo nel connettore USB che vengono riconosciuti immediatamente senza aggiungere driver o software aggiuntivi, sono cioè plug and play, e usano tecnologia USB 3.0.
Generalmente si tratta di articoli piuttosto sofisticati con funzionalità aggiuntive, come una maggiore resistenza agli urti, dimensioni assai ridotte e alcuni sono perfino impermeabili. Naturalmente tutte queste comodità hanno un costo.
Quanto costano gli hard disk esterni USB
Gli hard disk esterni compatibili con periferiche USB hanno prezzi estremamente diversi in base ad una serie notevole di variabili. Tra queste l’interfaccia gioca un ruolo fondamentale perché, come si diceva sopra, determina la velocità di trasferimento dei dati: più la tecnologia è moderna e più costa.
Gli hard disk esterni e le periferiche con interfaccia USB 2.0 tendono a sparire dal mercato e si trovano quasi esclusivamente USB 3.0; sono ancora abbastanza rare quelle dotate di interfaccia USB 3.1 perché hanno un prezzo ancora elevato e sono le ultime uscite.
I prezzi dei device che funzionano con USB 3.0 sono variabili, tuttavia lo standard è il più diffuso di tutti, pertanto non è quello che fa la differenza, ma piuttosto altre caratteristiche come la capienza, la manifattura, la compatibilità e la robustezza. Gli hard disk più economici sono quelli da 3,5 pollici dotati di interfaccia USB 2.0, ormai quasi spariti dal mercato che, nonostante siano stati soppiantati da USB 3.0 rimangono quelli dal prezzo più abbordabile.
In seconda posizione troviamo quelli da 2,5 pollici auto alimentati, piccoli, maneggevoli e dalla connessione facile, rapidissima e compatibile con tutti i dispositivi. Sia i precedenti che questi costano di più quando implementano la tecnologia USB 3.1.
Salendo di fascia troviamo gli hard disk a stato solido SSD, che sono generalmente da 2,5 pollici o ancora più piccoli, quasi sempre con USB Type C. Le chiavette USB rimangono gli archivi di storage più economici, sebbene quelle di ultime generazione USB 3.1 costino parecchio di più rispetto alle 3.0.
Le unità Flash USB 3.1 Leggono e trasferiscono dati ad una velocità di lettura che arriva fino a 130 MB/sec e di scrittura fino a 15 volte superiore rispetto a USB 2.0 e hanno un costo abbastanza contenuto rispetto alle prestazioni che offrono. Basti pensare che possono trasferire un intero film ad alta risoluzione in 30 secondi, hanno dimensioni microscopiche e tagli medi di 128 GB.
Collegamento multiplo di hard disk e periferiche
Oggi come oggi USB è certamente lo standard più diffuso, anche perché è molto flessibile per quel che riguarda l’alimentazione: può lavorare con un’alimentazione standard di 5 volt, ma con i dispositivi che usano USB Power Delivery UPD funziona anche a 9, 15 e 20 volt.
Altra caratteristica di grande interesse è la possibilità di far funzionare numerosi dispositivi contemporaneamente tramite degli hub USB che si collegano ad una porta ed hanno diversi ingressi ai quali collegare le periferiche.
Il numero massimo supportato e di 127 device di tutti i tipi: stampanti, lettori MP3, chiavette USB, hard disk esterni da 3,5 pollici e da 2,5 pollici, stazione di hard disk, NAS, televisioni, tastiere, scanner e tutto ciò che funziona con questo standard.
Per ottenere un segnale di qualità sufficiente, il cavo non deve essere più lungo di 5 metri, altrimenti occorre usare un amplificatore di segnale per non avere problemi di comunicazione, in particolare con hard disk esterni che assorbono molta corrente, oppure quando si hanno parecchie periferiche collegate contemporaneamente.
A volte può capitare che uno o più apparecchi collegati alle porte USB non funzionino correttamente e, prima di pensare che si tratti di un problema hardware, bisogna provare a riabilitarle tramite la gestione dei Controller USB che si trova integrata nelle risorse del computer.