Hard disk esterni con attacco IDE, quali scegliere? Prezzi, recensioni, prodotti

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Hard disk esterni con attacco IDE non ne vengono fabbricati più e l’unico modo per ottenerne uno è dotarsi di un box che trasformi l’interfaccia IDE in SATA. Il mercato degli hard disk esterni è veramente ampio, tuttavia le nuove tecnologie stanno soppiantando quelle più datate e IDE è una di queste. In questo articolo vi sono due video guide per sfruttare un vecchio drive IDE nel modo migliore. In una vedremo come collegarlo in un computer desktop e nell’altra come trasformarlo in un hard disk esterno.

 

Cosa significa hard disk esterni con attacco IDE

L’interfaccia IDE risale ai primi anni dell’era dei computer e permetteva connettere hard disk e periferiche. IDE è l’acronimo di Integrated Drive Electronics, ma il nome ufficiale dello standard è ATA (Advanced Technology Attachment) .

Nel 2003 ha preso il suo posto una tecnologia più performante, chiamata Serial ATA.

Quest’interfaccia inizialmente funzionava solamente per hard disk interni, ma in breve si è perfezionata anche per le periferiche esterne. Senza entrare in particolari tecnici che non avrebbero senso in questa sede, basti dire che nel corso degli anni ha avuto diverse evoluzioni ed è tuttora una delle più utilizzate nell’ambito delle periferiche di storage esterne.

Usare hard disk esterni con attacco IDE è possibile ed è anche molto comodo. Ci si può dotare di un vecchio HDD inutilizzato preso da un computer dismesso e trasformarlo in un archivio di dati mediante un box.

Questi box non costano molto e funzionano molto semplicemente introducendovi l’hard disk all’interno e collegando il cavo al computer. In questo modo un hard disk con attacco IDE può diventare uno storage da collegare dove si desidera.

In commercio gli HDD IDE non esistono più da diversi anni, ma si possono trovare nei computer vecchi o nel mercato dell’usato. Costano pochissimo ed hanno capacità limitate, però può essere proprio questo un incentivo ad usarli senza spendere cifre esagerate con gli hard disk esterni di ultima generazione.

A volte non occorre avere centinaia di gigabyte per archiviare un backup del sistema operativo o qualche file importante.

Perché conviene usarli?

Considerando che gli hard disk IDE sono datati, non esistono più in commercio ed hanno scarsa capacità di archiviazione, dunque viene da chiedersi a che cosa possano mai servire.

A parte i collezionisti di hardware che partecipano a mostre e fiere sulla storia dell’informatica, un comune utente che si trova un hard disk IDE ancora funzionante può sempre sfruttarlo.

Non avrà certamente le performance di quelli moderni che si trovano sul mercato, ma potrà ottenere ad un prezzo irrisorio un archivio di storage solido e duraturo. Il nome completo dello standard Serial ATA è l’acronimo delle parole inglesi Serial Advanced Technology Attachment e viene comunemente indicato con SATA.

Rispetto a IDE ha numerosi vantaggi, primo tra tutti la possibilità del Plug and Play, ovvero collegare periferiche mentre il sistema è in funzione. Per rendere compatibili i due standard vengono prodotti convertitori di ogni genere. Esistono attacchi che rendono possibile collegare unità IDE a canali SATA e viceversa, tuttavia la velocità di trasmissione sarà la più lenta, ossia IDE.

Non esiste più nessun produttore che venda hard disk interni o esterni con attacco IDE ed anche gli attuali computer in commercio non hanno più questa interfaccia integrata nella scheda madre.

La convenienza ad usarli è esclusivamente l’economicità e il fatto di averne a disposizione per pochi soldi o gratis. Piuttosto che buttarli si possono usare come archivio di file a costo quasi zero.

Convertire hard disk interno IDE in SATA

Avendo un vecchio hard disk con attacco IDE non si può fare niente con i nuovi computer in commercio. È possibile convertirli però da IDE a SATA, sia per usarli all’interno del PC che come hard disk esterni con attacco IDE.

Il materiale occorrente è un hard disk IDE, un cavo SATA, un cavo di alimentazione per ATX e una scheda convertitore che costa circa 5 euro.

È questa scheda che trasformerà un hard disk da IDE a SATA in maniera molto semplice e veloce. Prima di tutto bisogna impostare l’hard disk IDE in master, poi bisogna inserire la scheda convertitore nell’attacco. Quindi collegare un connettore SATA all’ingresso giusto e montare il drive nel computer.

All’interno della confezione del convertitore di solito c’è anche un cavo SATA, ma se non ci fosse basta procurarselo con pochi euro. Una volta installati i cavi SATA e di alimentazione, basterà effettuare gli opportuni collegamenti all’interno del computer.

Se tutte le connessioni sono state fatte nella maniera giusta come è spiegato nel video che segue, il computer dovrà riconoscere immediatamente il nuovo hard disk.

Qualora sorgessero problemi nella configurazione, bisogna entrare in dettagli più tecnici e modificare il bios.

Video guida: hard disk IDE 3.5″ in box SATA

La procedura illustrata precedentemente è ottima qualora si voglia sfruttare un vecchio hard disk per un nuovo computer. Ma cosa bisogna fare quando vogliamo ottenere hard disk esterni con attacco IDE e sfruttarli come archivio di dati?

Come abbiamo già accennato all’inizio, occorre dotarsi di un box dove inserire l’hard disk che lo converta in SATA. Vediamo nel dettaglio come si può installare un drive IDE all’interno di un box universale, che può anche funzionare per hard disk SATA.

Il primo passo da fare è smontare il contenitore frontale e sfilare le strisce metalliche che coprono i buchi laterali. Prendere l’hard disk IDE ed inserirlo all’interno del contenitore facendo particolare attenzione, perché in fondo al box c’è il cavo della ventola che va estratto per poi usarlo successivamente.

Una volta inserito l’hard disk in maniera che i buchi delle viti coincidano con le aperture laterali, bisogna avvitarle e chiudere bene il box. A questo punto prendere la parte frontale che avevamo smontato all’inizio ed effettuare i collegamenti.

Prima va inserito il cavo IDE e poi quello di alimentazione, quindi è il momento della ventola, indispensabile per consentire un’adeguata areazione all’interno del case. Il connettore femmina si individuerà con facilità perché ha la stessa dimensione di quello maschio che avevamo estratto prima di inserire l’hard disk all’interno del box.

Per rendere esteticamente tutto più gradevole, non resta che infilare le due fascette laterali in maniera da coprire le viti che tengono fermo l’hard disk nel contenitore.

Con una lieve pressione si potrà chiudere il box con tutti i collegamenti e fissare il tappo con altre due viti laterali.


Ex tecnico hardware e software con studi di ingegneria informatica alle spalle, mi dedico da tempo alla scrittura on-line e sono in procinto di iscrivermi all’Ordine dei Giornalisti. Ho qualche anno di esperienza in diversi settori, ma l’informatica è quello che preferisco perché lo conosco sin dalla nascita dei PC negli anni ’80. Mi piace seguire l’evolversi di invenzioni e nuove tecnologie e tenermi aggiornato sull’uscita di nuovi prodotti sul mercato.

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