- 1 Gli hard disk esterni sono indispensabili
- 2 Spazio in più per giochi e film
- 3 Ma come funzionano?
- 4 I più veloci di tutti
- 5 Aspetti da non sottovalutare
- 6 La sicurezza non è mai troppa
- 7 Guida alla scelta giusta
- 8 Nella pratica…
- 9 Classifica dei migliori hard disk esterni di Novembre 2024
- 10 Migliori hard disk esterni autoalimentati di Novembre 2024
L’hard disk è una periferica di memorizzazione che devono avere tutti i computer per poter funzionare, perché contiene il sistema operativo e i file necessari alla partenza dello stesso. Serve anche come archivio dove memorizzare ogni genere di file e, siccome lo spazio non è mai abbastanza, sono in commercio da molti anni anche gli hard disk esterni con un’alimentazione indipendente oppure autoalimentati.
Gli hard disk esterni sono indispensabili
L’utilità di avere a disposizione uno spazio di archiviazione esterno al computer è fondamentale per motivi di sicurezza e di praticità. Sia a livello aziendale che a livello personale oggi come oggi un hard disk esterno è necessario, considerando anche la quantità di device che si usano quotidianamente per motivi di lavoro e di divertimento.
Grazie a smartphone, tablet, phablet, tutto viene digitalizzato e ben presto sparirà anche la posta cartacea per fare posto all’e-mail certificata.
Una conseguenza della digitalizzazione globale è un grande accumulo di file che occupano parecchio spazio, specialmente se si tratta di filmati o fotografie ad alta risoluzione.
I professionisti del settore hanno sempre hanno al seguito più hard disk esterni autoalimentati per il proprio lavoro ed anche fissi per poter archiviare backup del sistema operativo, documenti, messaggi e qualunque altro genere di oggetto.
Spazio in più per giochi e film
Non soltanto sul lavoro, ma anche nella vita privata un archivio di storage esterno è importante per mettere al sicuro tutti i documenti importanti e avere un luogo dove riporre foto ricordo e filmati da vedere in televisione o sul computer. Considerando l’evoluzione a macchia d’olio di telefoni che svolgono tutte le funzioni al punto da essere praticamente diventati dei mini computer portatili, anche per questi c’è bisogno di un hard disk esterno, dato che lo spazio è sempre in esaurimento e la scelta può cadere su un device esterno fisso con alimentazione indipendente oppure autoalimentato.
Questi ultimi si stanno diffondendo sempre di più perché sono comodi, portatili e funzionano ormai con ogni tipo di dispositivo.
La tecnologia è avanzata al punto che vengono prodotti hard disk esterni apposta per consolle, televisioni, telefonini e tablet sia con alimentazione esterna che autoalimentati.
Il nome stesso spiega il loro funzionamento: non hanno necessità di alimentazione esterna e trovano l’energia da soli, ovvero la prendono dal dispositivo al quale sono collegati ed è per questo che sono più lenti e meno capienti degli altri.
Ma come funzionano?
L’hard disk autoalimentato funziona grazie all’energia del dispositivo a cui viene collegato tramite l’interfaccia, che può essere di diversi tipi. La più comune è la USB 3.0 che funziona anche con dispositivi dotati di USB 2.0 o ancora più vecchi, però l’hard disk esterno andrà alla velocità inferiore.
L’ultimo ritrovato della tecnologia è l’interfaccia USB 3.1 che supporta una velocità di trasferimento dati di 10 Gbps ed è implementata nei dispositivi di ultimissima generazione.
Quando si acquista un hard disk esterno autoalimentato bisogna tenere in considerazione anche questo aspetto e ricordarsi che non ha nulla a che vedere con il tipo di connettore. Il connettore più moderno è USB Type C, anch’esso presente nei migliori device esterni e sui PC di ultima uscita, ma esiste anche l’interfaccia Thunderbolt nativa di Apple e anch’essa superveloce.
Ovviamente l’hard disk può essere anche moderno e veloce, ma se il computer è datato sarà questo che determinerà la lentezza del trasferimento dei dati. Allo stesso modo se il computer non è in grado di erogare la potenza necessaria per far funzionare il dispositivo questo andrà molto lentamente o addirittura non trasferirà file di grosse dimensioni o li trasferirà in maniera irregolare.
Quando si deve comprare un hard disk esterno autoalimentato bisogna sapere in linea di massima a quali computer e dispositivi verrà collegato, in modo da spendere il giusto e trovare un compromesso adeguato per poter usufruire solamente delle prestazioni necessarie senza pagare soldi inutili.
I più veloci di tutti
Gli hard disk esterni USB 3.1-Thunderbolt sono attualmente i più costosi e veloci in circolazione, ma ci vuole un computer potente per erogare l’energia necessaria a spingerli al massimo delle loro possibilità. Sebbene possano arrivare a velocità assai più elevate, con i moderni computer semi professionali difficilmente superano gli 850 MB/s perché il fattore è determinato anche dall’interfaccia SATA 3 che è sì la più moderna e veloce, tuttavia ha dei limiti perché crea una specie di collo di bottiglia dal momento che è implementata sia sull’hard disk esterno che sul computer.
I produttori hanno recentemente immesso sul mercato unità di memoria a stato solido SSD autoalimentate con Thunderbolt 3 e PCIe 3.0 x4, che arrivano a trasferire i dati in lettura e scrittura rispettivamente a 2.800 e 2.100 MB/s. Un parametro fondamentale per determinare le prestazioni degli SSD è la quantità di operazioni che possono svolgere al secondo, chiamata IOPS e queste unità arrivano a farne circa 250.000.
Sostituendo l’interfaccia SATA 3 con la nuova PCIe 3.0 x4 NVMe abbinata alla connessione Thunderbolt 3, la velocità è tale che all’interno dell’hard disk è stato montato un dissipatore per ridurre la temperatura in caso di utilizzo prolungato.
Gli SSD sviluppano meno calore rispetto agli hard disk meccanici, tuttavia questi sono talmente veloci e performanti che hanno necessità di smaltire l’eccessiva temperatura prodotta per non subire danni.
Naturalmente sono destinati al mercato professionale e il loro costo è ancora proibitivo.
Aspetti da non sottovalutare
A livello pratico un hard disk esterno autoalimentato funziona molto semplicemente inserendo il connettore dentro la porta del computer. Verrà riconosciuto immediatamente e sarà possibile iniziare a leggere e trasferire i file. Che si tratti di hard disk magnetici, unità a stato solido SSD, chiavette USB o altro, non ci sarà bisogno di ulteriori fonti di energia perché tutta quella necessaria verrà prelevata dal computer.
Per questo motivo alcuni connettori sono dotati di una doppia presa USB per funzionare con dispositivi particolarmente avidi di energia ed hanno bisogno di due porte libere per funzionare. Gli HDD o SSD autoalimentati sono indispensabili ai professionisti che viaggiano spesso per lavoro ed hanno bisogno di un archivio di file da mostrare ai clienti e di uno spazio dove salvare il backup del sistema operativo qualora il notebook dovesse andare in crash.
Esistono dispositivi autoalimentati di dimensioni ridottissime adatti a questo scopo, universalmente riconosciuti da qualunque computer e protetti da antivirus e crittografia per funzionare senza pensieri anche con computer sconosciuti e non sicuri.
La sicurezza non è mai troppa
La crittografia è un altro aspetto importante da tenere in considerazione quando si deve acquistare un hard disk esterno autoalimentato, perché la sicurezza non è mai troppa soprattutto in ambito professionale. Altro aspetto da considerare è la dotazione software, che deve poter consentire backup automatici, scansioni antivirus e possibilità di gestione di qualsiasi aspetto, comprese le partizioni e le password per accedere ai dati.
Quasi tutti i moderni dispositivi autoalimentati sono dotati di crittografia hardware a 256 bit, altro aspetto fondamentale quando si lavora.
A livello domestico tutte queste protezioni non sarebbero necessarie, sebbene siano ormai di serie su tutti gli hard disk e SSD esterni. Il mercato sta andando in questa direzione e i dispositivi con alimentazione a parte sono ormai relegati al mercato professionale o degli archivi molto voluminosi come NAS e hard disk riservati a consolle e televisioni.
Per tutto il resto non c’è bisogno di cavi e prese di corrente e basta un connettore per collegare l’hard disk e procedere con il proprio lavoro di lettura e scrittura dei dati.
Guida alla scelta giusta
Un hard disk autoalimentato da 1 TB è la scelta più indicata per chi ha bisogno di un dispositivo portatile dove archiviarci file di ogni genere non troppo ingombranti.
La scelta di hard disk da 2,5 autoalimentati pollici è vastissima, ed anche quella di unità a stato solido si sta facendo sempre più spazio nel mercato consumer.
La connessione deve essere USB 3.0, in modo da essere compatibile praticamente con tutti i dispositivi in circolazione, a meno che non si pensi di usarlo esclusivamente con Macintosh, nel qual caso è preferibile una Thunderbolt. Un hard disk esterno autoalimentato si può costruire anche autonomamente, se magari si rompe un computer ma l’hard disk da 2,5 pollici rimane integro è un’ottima idea quella di inserirlo dentro un box apposito e trasformarlo in un’unità portatile.
Gli hard disk interni ed esterni sono uguali e quelli da 2,5 pollici sono installati nei notebook: se ne può acquistare uno e usare un contenitore per hard disk nel quale montarlo per trasformarlo in unità di storage portatile autoalimentata. Lo stesso discorso vale per gli SSD, sebbene non siano ancora diffusi quanto gli hard disk e costino molto di più.
Nella pratica…
Uno dei migliori hard disk esterni autoalimentati in circolazione: dall’apertura della scatola all’installazione.